martedì 15 marzo 2011

Un flauto magico


Va in scena un Flauto magico inedito, un Mozart eternamente giovane, circondato da interpreti freschi e di talento, pronti a improvvisare, a plasmare, trasformare il testo musicale con forme e colori nuovi.
Leggera e effervescente, questa regia lirica firmata da un grande nome della scena contemporanea come Peter Brook accompagna lo spettatore in un viaggio seducente, dritto al cuore della magia e della tenerezza della musica mozartiana.
Le cascate di effetti scenici e lo sfarzo delle messe in scena tradizionali lasciano il posto allo humor, alla nudità delle luci, a più sottili vibrazioni intime, agli impercettibili cambiamenti dell’animo umano.
Due sono i poli drammatici tra cui oscilla la partitura musicale e su cui si costruisce lo spettacolo: la sfrenata gioia di vivere e la paura della morte che, nel suo essere presente, contribuisce a rafforzare il senso della vita. Traspare, nella rapidità dei gesti e nel ritmo serrato e giocoso dell’azione, l’estrema libertà della scrittura di Mozart, che poteva variare incredibilmente la tonalità e il tempo all’interno di una stessa misura. La lirica esplora allora le mille sfaccettature del sentimento umano e nutre il lavoro d’attore: gli interpreti incarnano il riso e la derisione, la tenerezza e il pianto, passando in un lampo da uno stato emotivo all’altro. In queste transizioni tutte interiori si esprime il senso del dramma, nascosto fra le note di una musica che solo apparentemente è gioiosa, e chiede di essere ascoltata in modo attento e sensibile, per scoprire e assaporare la sua tragicità nascosta.

Perché vederlo?
Perché il Flauto è prima di tutto una fiaba, storia di cavalieri, dame e draghi... dove in palio è un amore totale, per l'amante, l'amico, la saggezza, la vita, la conoscenza. Perché quando il bambino (ma saggio) Mozart incontra il grande vecchio (ma bambino) Peter Brook scocca la scintilla della poesia.

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