domenica 25 agosto 2013

Cinema: Monsters University


La lotta di Mike e Sully per la loro futura amicizia. Non raggiunge l'originale ma non ne tradisce lo spirito

Michael Wazowski ha sempre saputo che sarebbe diventato uno spaventatore e per questo, fin da quando era un piccolo mostro, ha coltivato con costanza il sogno di iscriversi alla Facoltà di Spavento della Monsters University. Peccato che, proprio quando il suo desiderio sta per realizzarsi, l'incontro con il prepotente James P. Sullivan, compagno di studi, rischia di mandare a monte i suoi piani. Non solo i due vengono cacciati dal corso, nonostante l'impegno profuso da Mike sui libri di testo, ma sono persino costretti a fare squadra: solo vincendo le Spaventiadi e la sfida ingaggiata con l'orrido rettore Tritamarmo, infatti, potranno sperare di essere riammessi e di diventare ciò che sentono di essere.
L'uscita di Monsters & Co. aveva rappresentato (e continua a rappresentare) una tale vetta nel panorama del cinema d'animazione e della stessa Pixar che era impensabile poter fare di meglio. Eppure, John Lasseter e i suoi sono riusciti nell'impresa intelligente di restituirci il piacere della compagnia di Mike e Sully senza metterli in competizione con loro stessi. Si cambia tempo, optando per il prequel, si rinnovano i personaggi (e alcune new entries sono notevoli), ma soprattutto cambia radicalmente il registro: dal filosofico e tenero incontro/scontro tra il mondo dei mostri e quello dei bambini, attraverso la porta del destino, a quello goliardico e avventuroso del college movie tinto di fantasy, di buon umorismo e di una goccia di retorica (la porta, infatti, non è più la soglia della conoscenza con l'Altro, ma l'elemento di un proverbio per cui, quando si chiude un'opportunità, se ne apre un'altra).
Se l'originale è il ritratto di una strana coppia, il prequel, che narra come ci si è arrivati, è più classicamente la storia di Mike, piccolo grande eroe, costretto a fare i conti con il proprio handicap (è un mostro che non fa paura) ma anche con la forza contagiosa che gli viene in soccorso dalla determinazione e dalla passione che la carriera di potenziale spaventatore ispira in lui. Un oggetto magico -il cappellino donatogli in età scolare da un impiegato alla Monsters Inc.- scatena letteralmente l'avventura, mentre le prove che l'eroe dovrà superare si confondono e sovrappongono con le prove delle Spaventiadi, ingegnosamente architettate da un duo di sceneggiatori in gran forma (gli stessi del primo capitolo, Gerson e Baird).
Il passaggio dalla regia a sei mani dei creatori di Toy Story alla direzione unica di Dan Scanlon (Cars) si sente, ma non penalizza oltremodo un film pieno di divertimento, che ha il suo fiore all'occhiello nell'ambientazione, mai così fantasiosa e accurata.

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