giovedì 2 gennaio 2014

Mostra: Rodin. Il marmo la vita

L’illusione della carne e della sensualità è il tema intorno a cui si sviluppa la prima sezione, nella quale sono raccolte alcune opere giovanili, di stampo classico, fra cui il celeberrimo “Homme au nez cassé", rifiutato dal Salon parigino del 1864, un ritratto omaggio al grande genio Michelangelo. Al vertice di questa sezione sarà “Il Bacio", la scultura che rappresenta due amanti e fece scalpore nella Francia di fine Ottocento.

La seconda sezione propone alcune fra le sculture più conosciute di Rodin e dimostra la piena maturità del maestro anche dal punto di vista della capacità di elaborazione delle figure che emergono dai candidi blocchi di pietra. Accanto a ritratti di grande intensità, come il busto dedicato alla compagna di una vita Rose Beuret, si alternano richiami all’eros e alla disinibita ricerca formale ed estetica del maestro, manifestando la sua necessità di tentare nuovi percorsi scultorei.

La poetica dell’incompiuto caratterizza la terza sezione dove si rappresenta il trionfo del “non finito", l’artificio linguistico che rimanda immediatamente a Michelangelo e che Rodin svolge in una chiave di assoluta modernità, poi ampiamente assunta dai suoi colleghi. Qui sono ordinati alcuni fra i più bei ritratti eseguiti dall’artista, fra i quali quello a Victor Hugo.

La mostra si avvale di un’attività di ricerca svolta dal Musée Rodin, che ha condotto un’ampia analisi storica e critica sulla bottega artistica del genio francese e le sue metodologie di elaborazione della pietra. Da alcuni anni il Musée Rodin si è infatti impegnato a ristudiare la produzione marmorea di Rodin arrivando a individuare, dove possibile, anche i singoli collaboratori che hanno lavorato ai blocchi di marmo, indicazione che si trova su tutte le didascalie in mostra.

Lo straordinario allestimento è stato progettato dallo studio internazionale Bureau des mésarchitectures — Didier Faustino, per ricreare l’idea dell’atélier in cui Rodin produceva i suoi capolavori, insieme ai suoi assistenti, e per creare un dialogo forte con lo spazio architettonico della Sala delle Cariatidi. Anche grazie alle luci di Giambattista Buongiorno, i marmi bianchi di Rodin prenderanno vita in un contesto suggestivo e sorprendente, che consentirà ai visitatori di approfondire tutti i temi che hanno caratterizzano la sua produzione plastica.








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