martedì 26 aprile 2016

Cinema: Un ultimo tango

Bello bello, con una grande Maria Nieves





Marzia Gandolfi      *  *  *  1/2  -

Per una coppia l'apprendistato del tango non è meno difficile di quello della vita (in) comune. Troppo vicini, troppo lontani, troppo simbiotici, troppo indipendenti, l'uno fa troppo, l'altro troppo poco, l'uno occupa troppo spazio e invade quello del partner, l'altro fa troppi passi indietro e si lascia portare. I due sono in concorrenza permanente. L'armonia è allora il traguardo da raggiungere e il risultato di un lungo lavoro per tutti ma non per loro, María Nieves e Juan Carlos Copes, incontrati a diciassette anni in una milonga di Buenos Aires e allacciati nel tango per sempre. Perché anche adesso che non si vedono e nemmeno si parlano più, María e Carlos non smettono di essere un miracolo scenico che trama passi e figure fino a farsi espressione di lirismo universale. 
Prodotto da Wim Wenders e diretto da German Kral, Un ultimo tango è la testimonianza di un genere musicale, di un ballo, di un uomo e una donna, di una poetica nutrita di sentimenti eterni come la malinconia, la nostalgia, la sensualità, la passione, la rabbia. "Pensiero triste messo in musica" scriveva Borges, il tango è la linea musicale su cui scivola la storia di una coppia che ha danzato con la stessa intensità con cui ha vissuto, che ha contagiato il mondo con un ballo popolare a cui insieme hanno dato dignità di palcoscenico. 
Intervistati a turno sulla materia che conoscono e praticano meglio, melting pot di tradizioni americane, africane e europee che si incontrano nel 1880 nelle periferie delle capitali di La Plata, Buenos Aires e Montevideo, María e Carlos ripercorrono vita e carriera in primo piano, inframezzati con la 'ricostruzione' coreografica della loro storia, immagini di repertorio e discussioni sulla messa in scena. 
Sbilanciato significativamente dalla parte di María, sedotta, accompagnata e abbandonata da Carlos che sposa a Las Vegas nel 1965, Un ultimo tango è metafora della vita e delle sue imprevedibili e infinite combinazioni. Orfana di padre e bimba indigente nell'Argentina degli anni Quaranta, María impara il tango con un manico di scopa e le note 'suonate' alla radio. A seguito della sorella, incontra Carlos nel 1947, lui è ancora un principiante impacciato ma lei ne registra i lineamenti con un'occhiata esplicita e udibile come lo scatto di una macchina fotografica. Per Carlos sarà lo stesso. Passa un anno, un anno di pratica e sale fumose, prima che María e Carlos si ritrovino per caso, danzino per azzardo e scoprano per sempre la sintonia perfetta. Da quel momento si innamorano, si scontrano, si lasciano, si feriscono, si rincorrono e si ritrovano proprio come in un tango. Un tango che da copione si tinge di desiderio e gelosia mentre i loro corpi, nelle immagini d'archivio, e quelli dei loro doppi, nella rappresentazione, si compenetrano con prepotenza e morbidezza. 
L'afinidad tra María e Carlos come una trance ipnotica incanta lo spettatore travolto dai ritmi languidi e scanditi del tango e da una vicenda sentimentale nata nell'Argentina di Perón, spezzata dagli anni della dittatura militare, (ri)sperimentata nell'America di Reagan ma sempre ritrovata sulla scena e nel nome del tango. Danzare insieme li rende folli ma María e Carlos non sanno fare altro, non possono fare a meno l'uno dell'altra, non riescono a trovare nessuno che possa rimpiazzare l'uno o l'altra. "Se con le altre danzo", ripete Carlos con riguardo, "con lei posso brillare". Sopravvissuti all'odio e ai tradimenti della Storia, la coppia non regge al tourbillon emozionale e privato: Carlos si risposa, diventa padre e congeda la partner di una vita, precipitandola nella depressione da cui riemergerà trovando tardi la sua autonomia creativa. Storia d'amore sincopata e ancorata a un Paese, il film-documentario di Kral, che combina finzione e frammenti di realtà, svolge con tensione e languore l'avventura artistica ed esistenziale della coppia faro del tango argentino. Cerimonia misteriosa che si presta più di altri balli ad essere rappresentata al cinema, il tango è soprattutto una danza di sentimenti. Lontana dall'essere movimento neutro e accademico, riflette uno stato emozionale dietro gli abbracci, le sospensioni di peso, gli slanci, gli abbandoni, gli agganci sui fianchi. Impossibile resistere, perché resistergli. María e Carlos si concedono un ultimo tango che procedendo in senso antiorario, risale la pista, due vite, due opposte individualità compatibili e inconciliabili ma irriducibilmente avvinte. 

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