giovedì 16 dicembre 2010

Nemico di Classe


Ripresa di uno spettacolo degli anni '80 che ha lanciato attori come Paolo Rossi e Claudio Bisio.
Spettacolo forte, senza speranza. Ragazzi non tutti bravissimi, spicca Gabriele bajo nel ruolo di Spillo.

Più che dal testo fui assolutamente travolto dalla forza dello spettacolo che nel 1983 Elio De Capitani allestì per il suo Teatro dell’Elfo. All’epoca io stavo muovendo i primi passi lavorativi nel mondo del teatro ed ero il direttore di sala del Teatro Duse di Genova. Arrivò questa compagnia di ragazzi e durante la loro permanenza genovese successe di tutto. Arrivarono dopo le repliche milanesi, a Milano fu un grandissimo successo ma ovviamente a Genova l’eco del trionfo non arrivò. Un tempo a Genova si facevano 12 repliche, le prevendite per Nemico di Classe non andavano assolutamente bene, e nessuno poteva immaginarsi quello che sarebbe successo. Dopo la prima replica iniziò il passaparola e già alla terza replica si registrò il tutto esaurito. Al botteghino diventavo matto per cercare di accontentare tutte le richieste, le vecchie cassiere dello Stabile erano stravolte e mai avevano visto un numero così elevato di giovani a teatro.
De Capitani fece un adattamento minuzioso, perfetto; e una regia superba. Aveva a disposizione un cast di giovani sconosciuti di rara bravura: Paolo Rossi, Claudio Bisio, Antonio Catania, Riccardo Bini, Sebastiano Filocamo e lui stesso nel ruolo di Iron. Che spettacolo!
E’ stato lo spettacolo, insieme a La Donna Serpente, che mi fece decidere definitivamente di fare questo mestiere.
L’entusiasmo dei giovanissimi spettatori di fronte a questo spettacolo non l’ho mai più ritrovato, e più che altro non ho mai più visto ventenni accalcarsi al botteghino di un teatro per vedere uno spettacolo di prosa.
Oggi, a distanza di 26 anni, credo che sia giusto rimettere in scena Nemico di Classe. Mi piacerebbe riuscire ad avere in sala un pubblico di giovanissimi, mi piacerebbe riuscire ad organizzare delle scolastiche, mi piacerebbe più che altro riuscire a realizzare uno spettacolo fatto da giovanissimi per un pubblico di giovanissimi.
Forse c’è stato un momento tra il 1983 ed oggi in cui questo testo sarebbe potuto risultare vecchio e inutile. Oggi, purtroppo, no.
Nemico di Classe racconta alcune ore di sei ragazzi chiusi dentro ad un’aula scolastica di una scuola di periferia di una grande città. Sono abbandonati, sono isolati dal mondo, sono  soli, in attesa dell’arrivo di qualcuno che li possa salvare e introdurre nella vita. Ma sono anche loro stessi che vogliono emarginarsi. Sono annoiati, sono violenti, sono i ragazzi di Nettuno che per noia decidono di dare fuoco ad un immigrato indiano, sono anche quei ragazzi che violentano una ragazza nei bagni la notte di capodanno, sono quei ragazzi che torturano un ragazzo down e riprendono tutto con il telefonino, sono quei ragazzi che bevono e si strafanno durante i sabato notte. Sono ragazzi che non riescono proprio a vedere un futuro.
Nemico di Classe è un grido di allarme contro questa demenziale violenza, contro questo dilagante razzismo, contro l’ignoranza del ragazzino di periferia e contro la stessa ignoranza di un Ministro della nostra Repubblica.
Questi sei ragazzi non sono degli eroi, sono dei poveretti senza futuro.
Ce la metterò tutta per non far sfigurare questa nuova edizione di Nemico di Classe rispetto allo spettacolo dell’Elfo. I sei ragazzi che dovranno misurarsi con questi difficilissimi ruoli sono bravissimi e tutti hanno una grande preparazione. Le prove dello spettacolo dureranno due mesi, un periodo lungo rispetto ai canoni normali, ma per riuscire a creare un rapporto intimo tra i personaggi credo che sia il tempo minimo necessario.

Massimo Chiesa

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