martedì 30 giugno 2020

Teatro: Maggio '43

maggio ‘43
di e con Davide Enia
musiche in scena Giulio Barocchieri
produzione Fondazione Sipario Toscana, Accademia Perduta/Romagna Teatri
In collaborazione con Fondazione Cariplo
Gli spettacoli sono inseriti nel palinsesto "Aria di Cultura" del Comune di Milano
Durata: un'ora e 40 minuti senza intervallo

L’importanza strategica del porto di Palermo durante la Seconda Guerra mondiale fu tragicamente chiara ai suoi abitanti nella primavera del 1943, quando la città subì un numero crescente di bombardamenti da parte degli Alleati, che stavano preparando lo sbarco sulle coste siciliane, il 9 luglio di quell’anno. Esattamente due mesi prima, Palermo aveva subito il primo bombardamento a tappeto avvenuto in Italia: in meno di venti minuti, gli aerei anglo-americani avevano scaricato sulla città 1570 bombe «‘a città di Palermo sventrata e lassàta ‘ntìerra in un bagno di sangue e macerie… non ci sono più le case e nemmeno le strade e non si vede niente che c’è polvere e fumo dappertutto ma comunque quello che vedi nemmanco si riconosce».
Il lavoro di Davide Enia trae linfa da una serie di interviste a persone che vissero quei giorni e ne uscirono miracolosamente illese. Partendo dai loro racconti e dai frammenti di memoria, la narrazione drammaturgica scompone, intreccia e rielabora queste testimonianze, per poi incastonarle in un’unica storia, quella di Gioacchino, dodicenne testimone di quell’orrore. Le parole di Enia, accompagnate dalla musica di Giulio Barocchieri, raccontano di «tempi cupi, in cui era necessario ingegnarsi per riuscire a sopravvivere – scrive Davide Enia –. Erano tempi atroci, in cui la morte cadeva inattesa dall’alto o dal basso dei mercati neri, che stritolavano con prezzi schizzati alle stelle. Erano tempi malati e bugiardi, tempi cinici e bari. Assomigliano ad oggi».

martedì 23 giugno 2020

Teatro: l'umano nell'uomo

Chiostro Nina Vinchi
dal 23 al 25 giugno 2020, ore 21.30
L’umano nell’uomo
due racconti esemplari di Vasilij Grossman
con Sonia Bergamasco
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
In collaborazione con Fondazione Cariplo
Gli spettacoli sono inseriti nel palinsesto "Aria di Cultura" del Comune di Milano

Durata: 60 minuti
Sonia Bergamasco legge due racconti di Vasilij Grossman, grande autore del Novecento russo, conosciuto al pubblico per il romanzo-epopea Vita e destino.
La scelta dell’interprete cade su La cagnetta e La Madonna Sistina, racconti che sottolineano un tema particolarmente caro all’autore: l’eterno conflitto tra il bene e il male.
Pochi anni prima di morire, Vasilij Grossman scrive un racconto breve intitolato La cagnetta. Attraverso lo sguardo innocente di questa creatura descrive i preparativi e la realizzazione di un viaggio spaziale che produce, come effetto secondario e inaspettato, una nuova forma di rapporto tra i protagonisti di questa esperienza.
Nel 1955, Grossman ammira in una sala del Museo Puškin la Madonna Sistina, celebre dipinto di Raffaello portato da Dresda a Mosca come preda di guerra. La visione dell’opera lo turba profondamente: nello sguardo della Madonna e del Bambino legge l’immagine delle innumerevoli donne che, con i propri figli, erano state condotte nell’inferno del campo di sterminio di Treblinka. «Guardando la Madonna Sistina – dice Grossman – noi conserviamo la fede che la vita e la libertà sono una cosa sola e non c’è niente di più alto dell’umano dell’uomo. Che vivrà in eterno, e vincerà».

Scrive Sonia Bergamasco: «secondo Montaigne la parola appartiene per metà a chi parla e per metà a chi ascolta, e per questo motivo mi sono chiesta a lungo quale fosse la voce più giusta per noi, sotto il cielo di Milano, oggi. Non poteva essere semplicemente una voce “efficace”, doveva tenere insieme un prima e un dopo, doveva parlare a tutti con semplicità e profondità. Una voce empatica, nuda, avventurosa. È lui – ho pensato – Vasilij Grossman, di cui ho letto molto, ma mai in pubblico. L’occasione delicata e preziosa di queste serate mi permette di condividere con voi la luce sottile dello sguardo di Grossman, scrittore e corrispondente di guerra russo che ha raccontato storie di donne, uomini, bambini e animali con la tenerezza assoluta di chi ha attraversato e sofferto la Storia con passione, con coraggio, e con una fiducia laica e inestinguibile nella bontà individuale».

martedì 16 giugno 2020

Teatro: Storie

Storie
di e con Stefano Massini
pianoforte Paolo Jannacci
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa in collaborazione con Bubba Music
In collaborazione con Fondazione Cariplo
Gli spettacoli sono inseriti nel palinsesto "Aria di Cultura" del Comune di Milano
Durata: 80 minuti senza intervallo

Oggi, più che mai, abbiamo compreso il valore immenso della possibilità di ritrovarsi, insieme, nello stesso luogo, ad ascoltare e condividere un racconto che provi a restituire una chiave di lettura di un presente indecifrabile. È un “privilegio” che è stato per molte settimane sospeso, sostituito dalla mediazione, insufficiente, degli schermi.
Stefano Massini, tornando finalmente a incontrare il pubblico dal vivo, si riappropria del suo ruolo “da Virgilio”, nei meandri e negli anfratti del nostro tortuoso presente. Nella vita di ogni giorno, tra le pagine dei giornali, nei luoghi che visitiamo quotidianamente, negli sguardi degli sconosciuti sono nascoste storie che aspettano solo di essere scoperte e che Massini, accompagnato al pianoforte da Paolo Jannacci, porta all’attenzione degli spettatori.
«Che cosa c’è prima di un testo? – dice Massini –. Semplicemente: la scintilla di una storia, l’innamoramento per la sua forza, per gli echi che contiene, e dunque la volontà di raccontarla. Solo che le storie si nascondono ovunque. Soprattutto oggi, nella proliferazione dei mezzi di comunicazione, in cui la bulimia del narrare a tutti i costi si traduce in valanghe di sequenze inutili. Scopri allora che all’alba del Terzo Millennio uno scrittore è innanzitutto questo: un rabdomante, un cercatore d’oro del Klondike, alla ricerca di vene sepolte, nascoste, sedimentate. Proviamo a farci strada nell’officina del racconto, laddove prende forma il viaggio antico dell’evocare, quel sistema di metafore e rimandi che Borges definiva incanto, magia, anatomia incredibile del reale. È l’anticamera di future storie, il prologo del non ancora detto, il Libro della Genesi in cui la creazione è ancora tutta da organizzare. In Principio fu il Verbo. Ovvero: niente esisteva, ma tutto cominciò a vivere nell’attimo stesso in cui qualcuno scelse la sua storia. E noi ci stiamo tutti dentro. È solo un gioco di specchi, in fondo».

domenica 7 giugno 2020

Teatro online: Racconto d'inverno

Grazie alla generosità della compagnia inglese CheekbyJowl e dei suoi fondatori – il regista Declan Donnellan e lo scenografo Nick Ormerod – è liberamente visibile su PiccoloTeatro.tv (fino al 15 giugno 2020) la registrazione integrale di Winter’s Tale (Racconto d’inverno) di William Shakespeare.
Diretto da Declan Donnellan, recitato in lingua inglese (con sottotitoli in italiano), lo spettacolo è andato in scena con il tutto esaurito anche al Teatro Strehler, nella stagione 2015/16.
Tra i capolavori di Shakespeare – fu scritto nello stesso periodo della Tempesta – Racconto d’inverno parla di un re folle e paranoico, che distrugge la propria famiglia. Opera dell’ultimo Shakespeare – segue la scrittura delle grandi tragedie – è un testo in cui la dura lotta per la redenzione fa scoccare scintille di speranza, l’oscurità iniziale cede il passo alla gioia, mentre il Tempo avvia i personaggi a una conclusione sorprendente…
Registrazione dal vivo effettuata presso il Barbican di Londra il 18 aprile 2017.​

Cheek by Jowl’s The Winter’s Tale 
by William Shakespeare 
directed by Declan Donnellan
designed by Nick Ormerod
Livestreamed from the Barbican in London on 18 April 2017
Cheek by Jowl
in a co-production with the Barbican, London;  Les Gémeaux / Sceaux / Scène Nationale;  Grand Théâtre de Luxembourg;  Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa; Chicago Shakespeare Theatre;  Centro Dramático Nacional, Madrid (INAEM) 

This live capture was made possible by The Space, Arts Council England and the BBC

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