domenica 30 giugno 2013

La Milanesiana: Lezioni d'amore

Sala Buzzati – ore 21, Via Balzan 3, angolo via San Marco 21, Milano

LEZIONI D’AMORE con nottetempo
Introduzione:
 Ginevra Bompiani, David Riondino
Premio Rosa d’oro della Milanesiana: Ginevra Bompiani
Letture: Luciana Castellina – Passione, Vittorio Lingiardi – Amore platonico, Amin Maalouf – Nostalgia, Giuseppina Torregrossa – Seduzione, Gianrico Carofiglio – Desiderio, Concita De Gregorio – Disamore
Concerto: Roberto Cacciapaglia

Domenica 30 giugno, presso la Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, l’appuntamento è con Lezioni d’amore, dall’omonimo progetto nato da un’idea di David Riondino, noto cantautore e attore, e di Ginevra Bompiani, scrittrice, studiosa e traduttrice di letteratura e filosofia, fondatrice della casa editrice nottetempo, che nel 2012 ha compiuto 10 anni. Da poco questo speciale progetto è diventato anche una raccolta di lezioni d’autore edita proprio da nottetempo. 
A La Milanesiana oggi, quindi, un’intera giornata dedicata all’amore, il più segreto fai sentimenti, declinato nelle sue molteplici variazioni ed esplorato in ogni suo aspetto. Ce ne parleranno celebri intellettuali, partendo da testi letterari e filosofici e dalla loro stessa esperienza.
Le lezioni d’amore continuano poi alle 21, sempre alla Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, e nuovamente introdotte dai curatori David Riondino Ginevra Bompiani, alla quale questa sera verrà consegnata laRosa d’oro della Milanesiana, premio alla sua instancabile ed entusiasta attività editoriale e non solo. Nuovi ospiti proporranno variazioni al tema dell’amore parlandoci di passione, amore platonico, nostalgia, seduzione, desiderio e disamore: Luciana Castellina, politica, giornalista e scrittrice italiana, finalista al Premio Strega 2011, lo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi, professore ordinario di Psicologia Dinamica e direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma, Amin Maalouf, giornalista e scrittore libanese, premio Principe delle Asturie per la letteratura 2010, la scrittriceGiuseppina Torregrossa, in libreria con Panza e Prisenza, Gianrico Carofiglio, magistrato, scrittore e politico italiano, e Concita De Gregorio, firma storica de la Repubblica e scrittrice, di cui quest’anno è uscito l’ultimo romanzo Io vi maledico. Chiude la serata il concerto di Roberto Cacciapaglia.
Serata a ingresso libero fino ad esaurimento posti.

GINEVRA BOMPIANIScrittrice, studiosa e traduttrice di letteratura e filosofia, nel 2002 ha fondato con Roberta Einaudi la casa editrice nottetempo. Ha pubblicato i saggi L’attesa (2011) e Lo spazio narrante. Jane Austen, Emily Brontë, Sylvia Plath (2012), il romanzo L’età dell’argento (2012) e la raccolta di racconti L'incantato (2013). Di prossima pubblicazione, il suo nuovo romanzo, La neve.

DAVID RIONDINOToscano, classe 1952, è cantautore, attore, e lavora in radio e televisione. Tra i suoi libri Cantata dei pastori immobili (2004, con Stefano Bollani, e illustrazioni di Sergio Staino) e Il trombettiere. Ballata con figure (2011, con Milo Manara).

LUCIANA CASTELLINAGiornalista e scrittrice, ma soprattutto militante politica, si è iscritta al PCI nel 1947, partito da cui è stata radiata nel 1969 quando, con Magri, Natoli, Parlato, Pintor e Rossanda, fonda il manifesto, di cui diviene una delle voci più autorevoli. Tra i suoi libri ricordiamo Cinquant’anni d’Europa. Una lettura antiretorica (2007) e Alla ricerca di un altro comunismo, di Lucio Magri, curato da Castellina con Crucianelli e Garzia (2012). Per nottetempo ha pubblicato La scoperta del mondo (2011, finalista al Premio Strega nello stesso anno) e Siberiana (2012). Nel 2012 il regista Daniele Segre ha realizzato Luciana Castellina, comunista, un film che racconta la sua vita.

VITTORIO LINGIARDINato a Milano nel 1960, è psichiatra e psicoanalista, professore ordinario di Psicologia Dinamica e direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma. Per Raffaello Cortina Editore dirige la collana scientifica Psichiatria, Psicoterapia, Neuroscienze. Oltre a numerosi articoli su riviste nazionali e internazionali e diversi volumi nel campo della psicopatologia della personalità e della ricerca in psicoterapia, ha pubblicato Citizen Gay. Affetti e diritti (2012) e per nottetempo la raccolta di poesie La confusione è precisa in amore (2012). Collabora con l’inserto culturale Domenica del Sole24ore.

AMIN MAALOUFÈ nato in Libano nel 1949 da una famiglia di letterati e giornalisti. Dopo gli studi universitari nel campo dell’economia e della sociologia, si è trasferito a Parigi nel 1976. Il suo primo libro, Le Crociate viste dagli arabi (1993), è ormai un classico tradotto in moltissime lingue. Ha pubblicato i romanzi Col fucile del console d’Inghilterra (1994), Gli scali del Levante (1997), Il periplo di Baldassarre (2000), Il primo secolo dopo Beatrice (2001), Origini (2004) e i saggi L’identità (1999), Un mondo senza regole (2010) e I disorientati (2013). Nel 1999 gli è stato conferito il Premio Nonino per la sua opera, nel 2004 il Prix Méditerranée per Origini e nel 2010 il Premio Principe delle Asturie. Dal 2011 è membro dell’Académie Française.

GIUSEPPINA TORREGROSSASiciliana, ginecologa, tre figli e un cane, vive tra la Sicilia e Roma. Tra i suoi libri ricordiamo L’Assaggiatrice (2007; 2010), Adele (2008, premio Donne e teatro 2008), Il conto delle minne (2009, tradotto in dieci lingue), Manna e miele, ferro e fuoco (2011, premio Roma per la narrativa 2012) e Panza e Prisenza (2012).

GIANRICO CAROFIGLIO
Nato a Bari 1961, ha esordito nel 2002 con Testimone inconsapevole, il primo dei quattro romanzi con protagonista l’avvocato Guerrieri. Ha pubblicato inoltre i romanzi Il passato è una terra straniera, Né qui né altrove e Il silenzio dell’onda, il graphic novel Cacciatori nelle tenebre, di cui è coautore con il fratello Francesco, la raccolta di racconti Non esiste saggezza e il saggio La manomissione delle parole. I suoi libri sono tradotti in ventiquattro lingue.

CONCITA DE GREGORIOGiornalista e scrittrice, firma storica de la Repubblica dove attualmente lavora, è stata per tre anni direttore de «l'Unità». Nel 2001 ha pubblicato Non lavate questo sangue. Nel 2006 Una madre lo sa. Tutte le ombre dell'amore perfetto e nel 2008 Malamore. Esercizi di resistenza al dolore. Nel 2010 è uscito Un paese senza tempo. Fatti e figure in vent'anni di cronache italiane. Nel 2011 ha pubblicato Così è la vita e nel 2013 Io vi maledico.
Bella serata in generale, con interventi di buon livello in generale. Piaciuto su tutti Lingiardi e poi Carofiglio e la De Gegorio (per la voce, essenzialmente)

venerdì 28 giugno 2013

La Milanesiana: Le cose nascoste 2

Auditorium HQ Pirelli – ore 21, viale Sarca 214
LE COSE NASCOSTE - 2
Angelo Guglielmi, Pieri Chiambretti, Laura Boella, Tzvetan Todorov, Marina Calloni, Antonio Gnoli, Marco Vannini, Armando Torno, Antonio Ballista

Dialogo: Angelo Guglielmi, Piero Chiambretti 
Letture: Laura Boella, Tzvetan Todorov, Marina Calloni, Antonio Gnoli, Marco Vannini
Concerto: Le note travestite 2, Perverso polimorfo pianoforte Antonio Ballista, pianoforte
Testi di Davide Tortorella
Coordina Armando Torno

Alle 21, all’Auditorium HQ Pirelli, proseguono le serate dedicate a Le cose nascoste. L’appuntamento di oggi sarà aperto dal dialogo tra il critico letterario Angelo Guglielmi e Piero Chiambretti, una sorta di omaggio al Gruppo ’63, il movimento letterario di neoavanguardia, nato nel 1963 come critica nei confronti delle opere letterarie legate a modelli tradizionali tipici degli anni Cinquanta, di cui Guglielmi è stato uno degli iniziatori. Si continua poi con le letture degli ospiti di questa serata: Laura Boella, professore ordinario di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano che di recente ha pubblicato Le imperdonabili. Milena Jesenská, Etty Hillesum, Marina Cvetaeva, Ingeborg Bachmann, Cristina Campo, Tzvetan Todorov, filosofo e saggista bulgaro, oggi molto attento ai problemi del rapporto con l'Altro, Marina Calloni, professore in Filosofia politica e sociale presso l'Università di Milano Bicocca, membro del Comitato Interministeriale dei Diritti Umani presso il Ministero degli Affari Esteri, il giornalista e saggista Antonio Gnoli e Marco Vannini, che ha il merito di aver riportato alla luce in Italia, con un lavoro quarantennale, alcuni dei più grandi maestri spirituali medievali e moderni. Chiude la serata il secondo concerto del ciclo Le note travestite, ancora una volta dedicato al travestimento come particolare variazione del tema del segreto. Perverso poliformo pianoforte è il titolo della performance di oggi, naturalmente affidata al maestro Antonio Ballista, che ci mostrerà come il pianoforte rappresenti, in musica, il travestimento per eccellenza, capace di imitare tutti gli altri strumenti e persino suoni della natura o versi degli animali. Assisteremo a un’esibizione strabiliante e insolita. Il maestro Ballista, durante il concerto, riproporrà inoltre le Variazioni sul Bel Castello di Jacqueline Perrotin, suonando al pianoforte la famosa canzoncina infantile alla maniera dei grandi musicisti, da Rossini a Debussy, da Verdi a Beethoven. I testi del concerto sono, come sempre, a cura di Davide Tortorella, traduttore, editor e autore televisivo che ha curato molti programmi di varietà e intrattenimento. Coordina la serata l’editorialista del Corriere della Sera Armando Torno.
Serata a ingresso libero fino ad esaurimento posti.


ANGELO GUGLIELMINasce ad Arona (NO) il 2 aprile 1929. Studia a Bologna, dove incontra Roberto Longhi e ne segue le mitiche lezioni. Si laurea con Carlo Calcaterra a ventidue anni appena compiuti con una tesi sul Discorso sulla poesia romantica di Giacomo Leopardi. In questo stesso periodo conosce Luciano Anceschi. Contemporaneamente al suo impegno di lavoratore a stipendio (in Rai, all’Istituto Luce e per il Comune di Bologna), ha svolto attività di critico letterario prima per Il verri e poi, per dieci anni, all’Espresso. Ha partecipato a tutti gli incontri del Gruppo ’63, essendone uno degli iniziatori. Tra le sue opere: Avanguardia e sperimentalismo (1964), La letteratura del risparmio (1973), Trent’anni di intolleranza (mia) (1955), Il romanzo e la realtà (2010). Oggi scrive per Tuttolibri (La Stampa) e L’Unità.

PIERO CHIAMBRETTINasce ad Aosta il 30 maggio 1956, ma è torinese di adozione. Dopo un'infanzia trascorsa giocando a pallone e a figurine, si iscrive al DAMS di Bologna e nel frattempo fa il presentatore di spettacoli di cabaret a Il Centralino di Torino. Comincia quindi a viaggiare “a spese altrui”, lavorando come animatore sulle navi da crociera e nei villaggi turistici. Nel 1982 approda in Rai e nel 1988 vince il Telegatto come rivelazione televisiva dell'anno per la trasmissione Va' Pensiero in cui propone il divano in piazza (interviste semiserie che spiazzano il malcapitato interlocutore). Nel 1989 nasce Complimenti per la Trasmissione, in cui Chiambretti diventa “l'infiltrato” per eccellenza in case, piazze, festival, campi di calcio, spogliatoi e congressi di partito. Il programma riceve il premio Oscar Tv e lui diventa il personaggio televisivo dell'anno. In occasione dei Campionati Mondiali di Calcio del 1990, appronta lo speciale Prove Tecniche di Mondiale: da allora presenterà programmi televisivi e radiofonici di grande successo, tra cui due edizioni del Festival di Sanremo. Nel 2003 passa a La7 con i programmi Prontochiammbretti e Markette. L'avventura a Mediaset comincia nel 2009 su Italia 1, e poi continua su Canale 5, dal 2010, con il programma Chiambretti Night – Solo per Numeri Uno.

LAURA BOELLAÈ professore ordinario di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano. Si è dedicata allo studio del pensiero femminile d Le imperdonabili. Milena Jesenská, Etty Hillesum, Marina Cvetaeva, Ingeborg Bachmann, Cristina Campo (2013)el ’900 e ha approfondito in particolare il tema delle relazioni intersoggettive e dei sentimenti di simpatia, empatia, compassione. Tra le sue più recenti pubblicazioni si ricordano: Hannah Arendt. Agire politicamente, pensare politicamente (2005), Sentire l’altro. Conoscere e praticare l’empatia, (2006), Neuroetica. La morale prima della morale (2008), Il coraggio dell’etica. Per una nuova immaginazione morale (2012) e.

TZVETAN TODOROVÈ nato nel 1939 in Bulgaria. Dal 1963 vive in Francia, dove ha lavoratocome ricercatore al CNRS (1968-2005). Ha pubblicato numerose opere dedicate alla storia delle idee, all’analisi di opere letterarie e pittoriche e ai problemi della società. L’ultimo lavoro è I nemici intimi della democrazia (2012).

MARINA CALLONIÈ professore in Filosofia politica e sociale presso l'Università di MilanoBicocca. È membro del Comitato Interministeriale dei Diritti Umani presso il Ministero degli Affari Esteri. Dirige la Eliminating Domestic Violence Italy. Ha vissuto per quasi vent’anni all’estero, lavorando fra gli altri a Francoforte (con Habermas), alla London School of Economics e alla University of Notre Dame (USA). Come esperta ha partecipato alla stesura di due report per la Commissione Europea. Il suo ultimo libro con S. Agnello Hornby è Il male che si deve raccontare. Per cancellare la violenza domestica (2013).

MARCO VANNINIHa riportato alla luce in Italia, con un lavoro quarantennale, alcuni dei più grandi maestri spirituali medievali e moderni: da Eckhart a Taulero, da Margherita Porete a Jean Gerson, da Fénelon a Madame Guyon, da Sebastian Franck a Valentin Weigel e ad Angelus Silesius, e, il capolavoro dell’Anonimo Francofortese, la cosiddetta Teologia tedesca (2009) e i Commenti all’Antico Testamento di Meister Eckhart (2012). Convinto che a queste fonti debba riattingere anche il cristianesimo del nostro tempo, ha pubblicato, più di recente, Tesi per una riforma religiosa (2006), La religione della ragione (2007), Mistica e filosofia (2007), Prego Dio che mi liberi da Dio (2010), Dialettica della fede (2011), Lessico mistico (2013) e Oltre il Cristianesimo (2013).

ANTONIO GNOLIScrive per il giornale la Repubblica. Ha curato con Franco Volpi I prossimi titani. Conversazioni con Ernst Jünger. Ha pubblicato un librointervista con Bruce Chatwin, La nostalgia dello spazio. Sempre con Franco Volpi ha curato la pubblicazione di uno dei classici della letteratura olandese, Blocchi di Ferdinand Bordewijk e, nel 2003, il volume Il dio degli acidi. Conversazione con Albert Hofmann. Ha curato la pubblicazione di Il silenzio della tirannide di Alexandre Kojève (2004), Una mattina in libreria di Carl Jacob Burkhardt (2005), La luce dell’ateo di Gianfranco Ferroni (2009). Assieme a Franco Volpi ha scritto L’ultimo sciamano. Conversazioni su Heidegger, uscito nel 2006, e nello stesso anno ha curato il volume Sanguineti’s song. Ha curato La selvaggia chiarezza, scritti su Heidegger di Franco Volpi e introdotto il romanzo di Dos Passos 42° parallelo.

ARMANDO TORNONato a Milano nel 1953, è editorialista del Corriere della Sera. Ha diretto per dodici anni l’inserto culturale del Sole24Ore e dal 2000 al 2002 le pagine culturali del Corriere della Sera. È autore di numerosi saggi, tra i quali Pro e contro Dio (1993, sette edizioni); ha tradotto il De Pestilentia di Federico Borromeo (1987) e l’Oroscopo di Cristo di Gerolamo Cardano (1990). Con Pierangelo Sequeri ha scritto Divertimenti per Dio. Mozart e i teologi (1991) e con Massimo Cacciari Ponzio Pilato: che cos’è la verità (2007). Nel 2006 è stato nominato da Papa Benedetto XVI membro permanente dell’Accademia Pontificia di San Luca, la più antica della Chiesa, e nel 2011 ha scritto Portarti il mondo fra le braccia. Vita di Chiara Lubich e Il paradosso dei conservatori.

Abbastanza noiosa la conversazione fra Chiambretti e Guglielmi. Strepitoso Vannini. Accettabili le due professoresse.

martedì 25 giugno 2013

La Milanesiana: Il segreto/4

Teatro Dal Verme – ore 21. Via San Giovanni sul Muro 2, Milano

Prologo: Andrea De Carlo
Letture: Wole Soyinka, Premio Nobel per la Letteratura 1986; John Coetzee, Premio Nobel per la Letteratura 2003; Michael Chabon, Premio Pulitzer per la Narrativa 2001
Premio letterario Fernanda Pivano: Michael Chabon
Premio Montblanc: Andrea De Carlo ,Wole Soyinka, John Coetzee
Concerto: Musica Nuda - Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, musicista ospite Daniele Di Gregorio
Introduce: Antonio Gnoli

Una nuova serata per la quattordicesima edizione de La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, promossa dalla Provincia di Milano, con il sostegno del Comune di Milano, in collaborazione con la Regione Lombardia e Commissione Europea eorganizzata da I Pomeriggi Musicali/Teatro dal Verme con la collaborazione della Fondazione Corriere della Sera. Martedì 25 giugno in programma un incontro di respiro internazionale e di grandi premi. Dopo il prologo del romanziere Andrea De Carlo, autore di molti best-seller e del romanzo Villa Metaphora, saliranno sul palco del Teatro Dal Verme il Premio Nobel per la Letteratura 1986 Wole Soyinka, il Premio Nobel per la Letteratura 2003 e ospite affezionato del Festival John Coetzee e il Premio Pulitzer per la Narrativa 2001 Michael Chabon. In giugno sarà in libreria con Telegraph Avenue, il suo nuovo attesissimo romanzo, edito da Rizzoli: una storia travolgente di padri e figli, amicizie e matrimoni, classi e razze, musica e amore, perfetta fotografia del nostro tempo. Dopo la partecipazione in anteprima a La Milanesiana, Chabon sarà ospite anche al Festival Collisioni a Barolo e al Festival Le Conversazioni nella piazzetta di Punta Tragara a Capri. Proprio a lui, durante la serata, verrà assegnato il Premio Fernanda Pivano, in collaborazione con la Fondazione Pivano. Questo riconoscimento, pensato e voluto dalla più forte e autorevole divulgatrice della cultura e letteratura americana in Italia e in Europa, Fernanda Pivano, ha l'obiettivo di promuovere in Italia le opere degli autori americani. Viene assegnato ogni anno a un autore americano che si è distinto per avere svolto ricerche, scritti o portato contributi eccezionali alla società. Un’onorificenza che è già stata riconosciuta, nelle precedenti edizioni de La Milanesiana, a Erica Jong, Joyce Carol Oates, Michael Cunningham, Paul Harding e Rick Moody. Anche il Premio Montblanc-Milanesiana ‘Protagonisti del Cambiamento’sarà consegnato durante questo grande appuntamento. A riceverlo saranno Andrea De CarloWole Soyinka John Coetzee. In chiusura il concerto del duo Musica Nuda – composto da Petra Magoni, la voce, e Ferruccio Spinetti, al contrabbasso – capace di unire jazz, rock, punk, musica classica e canzone d’autore. Ospite d’eccezione della prima milanese del tour dei Musica Nuda sarà il compositore e marimbista Daniele Di Gregorio, arrangiatore e musicista di Paolo Conte.
Serata a ingresso libero fino ad esaurimento posti.

ANDREA DE CARLO
È nato a Milano. Ha scritto Treno di panna (1981), Uccelli da gabbia e da voliera (1982), Macno (1984), Yucatan (1986), Due di due (1989; 2009), Tecniche di seduzione (1991), Arcodamore (1993), Uto (1995), Di noi tre (1997), Nel momento (1999), Pura vita (2001), I veri nomi (2002), Giro di vento (2004), Mare delle verità (2006), Durante (2008), Leielui (2010) e Villa Metaphora (2012). I suoi romanzi sono tradotti in ventisei paesi.

WOLE SOYINKAL’opera di Wole Soyinka – la produzione teatrale, i saggi, i romanzi e la poesia – sono l’espressione più alta del tentativo, da parte della cultura africana, di comprendere se stessa, ovvero di comprendere l’originale e innata mito-poiesi dei suoi simboli, della sua società e dei suoi costumi. Le tematiche etiche, religiose, umane e sociali sviluppate nel suo lavoro, sebbene prettamente legate al suo contesto sociale, rappresentano comunque riflessioni universali che toccano temi come il rapporto tra individuo e natura, tra l’individuo e una società che cerca in ogni modo di difendersi dagli attacchi dell’intolleranza e del dogmatismo. Autore di numerosi lavori, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1986.

JOHN COETZEEÈ nato in Sud Africa nel 1940 ed è stato educato tra il Sud Africa e gli Stati Uniti. Ha pubblicato 13 romanzi oltre a opere di critica letteraria e traduzioni. Tra i riconoscimenti ottenuti ha vinto il Booker Prize (due volte) e, nel 2003, il Premio Nobel per la letteratura. Vive in Australia.

MICHAEL CHABONNato a Washington nel 1963, vive a Berkeley con la moglie e i quattro figli. Rizzoli ha tradotto nel 2001 il suo capolavoro, Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay (Premio Pulitzer 2001). I suoi ultimi libri sono Il sindacato dei poliziotti yiddish (2007) e Uomini si diventa (2010).

ANTONIO GNOLIScrive per il giornale la Repubblica. Ha curato con Franco Volpi I prossimi titani. Conversazioni con Ernst Jünger. Ha pubblicato un librointervista con Bruce Chatwin, La nostalgia dello spazio. Sempre con Franco Volpi ha curato la pubblicazione di uno dei classici della letteratura olandese, Blocchi di Ferdinand Bordewijk e, nel 2003, il volume Il dio degli acidi. Conversazione con Albert Hofmann. Ha curato la pubblicazione di Il silenzio della tirannide di Alexandre Kojève (2004), Una mattina in libreria di Carl Jacob Burkhardt (2005), La luce dell’ateo di Gianfranco Ferroni (2009). Assieme a Franco Volpi ha scritto L’ultimo sciamano. Conversazioni su Heidegger, uscito nel 2006, e nello stesso anno ha curato il volume Sanguineti’s song. Ha curato La selvaggia chiarezza, scritti su Heidegger di Franco Volpi e introdotto il romanzo di Dos Passos 42° parallelo.

MUSICA NUDA
A volte il caso riesce a combinare per bene le cose. E questa è la storia di Musica nuda, l’atipico duo nato dall’incontro casuale tra Petra Magoni (voce) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso), nel 2003. Dopo un primo concerto quasi improvvisato, di slancio registrano in mezza giornata il loro primo album: Musica nuda. Dato il successo, Musica Nuda diventa così, del tutto naturalmente, il nome del loro progetto musicale e anche del loro duo. Un po' jazz, un po' canzone d'autore, un po' rock, un po’ punk, e infine anche musica classica, in pochi anni il duo registra innumerevoli successi: centinaia di concerti in Italia e all'estero, prestigiosi riconoscimenti (tra cui la Targa Tenco 2006), consensi da parte del pubblico e della stampa, apparizioni televisive e passaggi radiofonici sulle principali emittenti italiane ed estere. Fra le caratteristiche della loro ricerca musicale, va menzionata l’arte di rivalutare il “silenzio musicale” (quella chiave fondamentale e così spesso sottovalutata per entrare in contatto con l’emozione) cercando di esaltare il silenzio nella musica e la musica nel silenzio.

Intervento interessante di Michael Chabon e di De Carlo, gli altri un po troppo intellettuali.
Concerto ascoltto in condizioni di stanchezza e quindi forse non apprezzato come in altre occasioni. Le canzoni di Spinetti non sono un granchè, meglio il repertorio classico.

lunedì 24 giugno 2013

Milonga: Biko

Musica non all'altezza delle altre volte. troppe milonghe o comunque ritmi sostenuti non adatti ad una situazione di ressa e caldo come quella del Biko. Capita.
Per il resto tutto bene, anche se non sono riuscito a ballare con alcune delle ballerine con cui volevo farlo, ma in compenso ci sono state delle novità molto interessanti, in particolare Maria Teresa (di Vercelli) e una ragazza bionda che ho gia visto ma non riesco ad inquadrare.
Poi Ilaria, Francesca, Sonia, Laura.
andato a letto troppo tardi...

domenica 23 giugno 2013

Cinema: After Earth


    
Nel futuro la razza umana vive in continua guerra contro una specie aliena di natura animale, potente ma cieca, che rileva la presenza degli uomini fiutandone la paura. Solo una classe di militari, i "ranger", sono in grado di combatterli perchè addestrati a non provare più alcun sentimento di terrore. Il figlio di uno dei ranger più noti e stimati si troverà in mezzo ad un atterraggio di fortuna, assieme al padre e ad un esemplare alieno, su un pianeta da tempo disabitato dall'uomo, la Terra. Lì il figlio dovrà dimostrare al padre, reso infermo dall'atterraggio di fortuna, di essere all'altezza del titolo di "ranger".
Il rito di passaggio tra l'età infantile (quella del dominio incontrastato della paura) e quella adulta (in cui la paura va combattuta) tradotto nel linguaggio del cinema americano mainstream diventa inevitabilmente la storia di una seconda occasione fornita dalla vita per espiare una colpa attraverso le azioni, ed è un cineasta abile e raffinato ma tra i meno restii a sferrare colpi bassi (specie quando si parla di rapporti familiari) a trovarsi per le mani questo soggetto.
Shyamalan sguazza nel più classico caso di colpe dei padri che ricadono sui figli (il primo assente per lavoro, come la maggior parte dei padri colpevoli che Hollywood ha proposto negli ultimi 20 anni, il secondo incapace di agire in sua vece), posizionando un immobile Will Smith, infermo ma ubiquo grazie alla telecomunicazione, a guardare con mille occhi e mille orecchie il figlio (nella vita e sullo schermo) Jaden mentre si dimostra alla sua altezza, fronteggiando prima i propri demoni e infine la minaccia esterna, a conferma della nuova condizione raggiunta.
Paradossalmente è un soggetto scritto e voluto dai due Smith a riportare M. Night Shyamalan ad un film che ne esalti le qualità e ne limiti (purtroppo non azzeri) i molti difetti di scrittura, un'opera che lo spinge a girare un trattato sulla paura dotato del respiro del buon cinema d'azione, secco e dal gran ritmo, tutto giocato sulle regole della tensione al cinema. Mentre il suo protagonista lotta per vincere il proprio terrore e battere i propri demoni interiori, il regista maneggia i mille piccoli modi in cui la paura lavora con le immagini, e orchestra il suo viaggio attraverso una Terra distrutta ( slancio ecologista che non brilla certo per originalità ed efficacia) con l'obiettivo di liberarsi da qualsiasi paura Ricalcando un percorso nelle fobie fondamentali Shyamalan utilizza animali mostruosi come spettri di volta in volta del terrore dell'oscurità (il serpente nella grotta), del rigetto sociale (le scimmie) o ancora dell'ineludibile senso di colpa (l'aquila che non smette mai di inseguire). 
Non disdegnando modelli forse troppo alti per le carte che ha in mano (il ritorno sulla Terra richiama più volte esplicitamente e implicitamente la letteratura americana, da Moby Dick ad Huckleberry Finn) After Earth è un film in cui il piccolo Smith si agita sotto il riflettore come si conviene all'eroe d'azione, mentre papà Smith fa il lavoro d'esperienza, calibrato su pochissimi movimenti essenziali, espressioni misurate e una recitazione minimale. Forse però non era lui, Will Smith, l'attore più adatto per questo compito, abituato com'è a caricare le espressioni invece che a giocare di sottrazione sembra chiedere al proprio mestiere più di quanto non possa dare.

Carino, niente di nuovo, ma ben fatto



venerdì 21 giugno 2013

Festa di Matrimonio Simona e Luca

Non andavo ad una festa di matrimonio da anni: questo ormai è periodo al massimo di cresime, in attesa dei funerali..
Simona e Luca si sono sposati dopo 17 anni di convivenza.. quante analogie.
Festa in un circolo ARCI di Affori, nel parco del Paolo Pini. Lontano dalla città, sembra di essee in campagna.
Cascina, tavolo del cibo portato da casa, pavimento piastrellato, musica.
Tanti loro amici, molti tangueri che conosco anche io, fra i più simpatici. ma simpatici anche gli altri amici.
Io amo le feste.. ho parlato, mangiato un sacco di frutta, bevuto molto poco. Guardato intorno.
E ballato. un primo gruppo di tanghi per neanche un oretta, poi a fine serata tango nuevo a go go.
Ballato tanto e bene, rilassato, con tanto spazio a disposizione me la sono goduta.
Rondato la sposa, ovviamente, poi ballato con Annina, una sconosciuta(Silvia) , finito con Vania, con cui ricordo aver avuto difficoltà ed invece stavolta è stato piacevolissimo.
Alle 3, a casa...



giovedì 20 giugno 2013

Milonga: Spazio A sala grande

Al mixer Burgoita, che non mi fa impazzire. tutti tanghi molto classici.
Arrivato tardi, poche ballerine rispetto agli uomini, e non tutte di gran livello. Scelto male un paio cosi cosi.
Perso piu di 40 minuti per lo spettacolo folcloristico di beneficenza.
Serata niente di che

lunedì 17 giugno 2013

Milonga: Biko

Che aggiungere, oramai. Io stavo bene, ballerina al di la delle mie possibilità, tante erano.
Invitato sia Sara che Marisa. con loro ballo sempre peggio di quanto gia sono scarso. Peccato.
Altre tande di maggiore soddisfazione anche senza raggiungere livelli eccelsi

venerdì 14 giugno 2013

Milonga: Che Bailarin!

Arrivato presto: milonga deserta.
Fino alle 11:30 è impossibile ballare per mancanza di ballerine.
Poi di riempe e diventa divertenta.
Punto y Branca è una sicurezza.
Ballato molto e con soddisfazione

mercoledì 12 giugno 2013

Cinema: Viaggio sola


Maria Sole Tognazzi costruisce un film originale, scartando i cliché della commedia sentimentale
Marzia Gandolfi              

Irene è un'ispettrice alberghiera che valuta e giudica le prestazioni di hotel di lusso. Pignola e scrupolosa, soggiorna nell'albergo di turno all'insaputa di direttori e personale, infilando i guanti bianchi e spiegando il suo kit da lavoro. In volo tra una città e un'altra, Irene viaggia sola e dentro una vita a cinque stelle che le impedisce di mettere radici. A terra l'aspettano Andrea, ex fidanzato ed eterno amico, e Silvia, sorella con marito e prole, che sogna un giorno di vederla 'sistemata'. Attenta ai particolari, Irene sembra però perdere il quadro generale. Il decesso di un'antropologa conosciuta nella spa di un hotel berlinese la precipita nel caos, disorientandola come i direttori che ammonisce.
Dopo l'uomo solo di Favino, dentro una storia sentimentale che finisce, Maria Sole Tognazzi sceglie una protagonista femminile e la imbarca letteralmente nel mondo. Perché l'Irene di Margherita Buy è una cittadina dell'airworld che ha fatto dei non-luoghi la sua dimora mobile. Una donna che rifiuta la stasi e preferisce le zone liminali all'inquietante certezza della vita 'normale'. Angelo sterminatore a terra, Irene bacchetta con stile e discrezione chi dovrebbe offrire ai propri clienti un'esperienza indimenticabile, invitandoli a riconsiderare la gestione dell'albergo e a organizzarlo in modo migliore. Proprio come farà con la sua vita, in cui persevera determinata a bastarsi. 
Almeno fino a quando non incontra una donna che come lei viaggia sola, affetta dal suo stesso nomadismo. Le parole e le teorie dell'antropologa, conosciuta ammollo in una spa, abbassano le sue difese, interrompendo la gestualità rituale e precipitandola nel 'disordine'. E in quel disordine Viaggio sola rivela la sua originalità, scartando i cliché della commedia sentimentale come un cliente occasionale di un albergo esotico devierà il desiderio per Irene, corteggiata davanti a un bicchiere di vino servito intempestivamente. L'esecutrice intransigente ha un punto debole nella solitudine a cui fa da contrappunto la vita 'familiare' della sorella, moglie e madre dentro il quotidiano. Vivere negli interstizi rende difficile entrare in intimità con l'altro, stringere relazioni autentiche, nutrire un sentimento ma d'altra parte l'umano non può godere di tutto, non può avere tutto, non può essere tutto. 
Quello che caratterizza Irene è l'esperienza del limite e quello che intende il bel film della Tognazzi è la capacità di misurarsi con quel limite e con la propria solitudine, la capacità di restare soli, la capacità di accettarlo. La risposta a cui giungerà non la sposterà più in là perché Irene è esattamente dove vuole essere e quello che vuole essere. La crisi, sfogata nell'amplesso con l'ex compagno, la risveglia consapevole o più consapevole delle decisioni prese. Irriducibile a una vita ordinaria, la protagonista (ac)coglie fino in fondo la sua natura sfuggente e l'asseconda dicendosi ad alta voce le rinunce ma pure la grande bellezza della scelta, della vocazione, della (propria) passione.
Il senso del film vive tutto negli occhi e nel portamento di Margherita Buy che fa del suo corpo il paradigma di una possibile modernità del femminile. Accanto a lei il passo indolente e spaesato di Stefano Accorsi e quello smagrito e irrequieto di Gianmarco Tognazzi, disorientati e accoglienti tra un ortaggio virtuale e uno reale. Coltivatori indiretti del maschile. Di un maschile che prova a essere migliore.

Carino, senza entusiasmare, non ho capito tanto cosa volesse dire la regista..

sabato 8 giugno 2013

Cinema: Fast & Furious 6


L'ennesima avventura mozzafiato che non risparmia in stravaganza e propellente, frullando girandole meccaniche e inseguimenti da sballo
Marzia Gandolfi            

La 'famiglia' di Dominic Toretto, arricchita in modo esagerato con una rapina ai danni del boss brasiliano Hernan Reyes, è sparsa per il mondo a godersi la refurtiva: qualcuno diventando papà, qualcun altro sognando una vita insieme e qualcun altro ancora promettendo paradiso e champagne a donne avvenenti. Tutto sembra procedere noiosamente bene quando l'agente Luke Hobbs bussa alla porta di Dom in cerca di aiuto e in cambio di un favore. Una banda di piloti mercenari sta mettendo a segno una serie di spettacolari rapine che nascondono un piano più minaccioso e ambizioso. Il braccio destro di Owen Shaw, leader carismatico dell'organizzazione criminale, è Letty Ortiz, compagna storica di Dom creduta morta durante una missione. Colpito dalla notizia e deciso a saperne di più, Dom accetta di aiutare i federali negoziando l'amnistia per sé e per la squadra. Scaldati i motori si lancerà all'inseguimento di Shaw e dei suoi accoliti. Una corsa che vale la vita, l'amore e il ritorno a casa.
Uscita dal ghetto losangelino, ma ostinata a 'rincasare' per un barbecue, la famiglia di Dominic Toretto accende i motori per la sesta volta, guidando ad alta velocità per le strade del mondo. Saturo di adrenalina, ruote sgommanti, esplosione testosteronica e una verve autodenigratoria, Fast & Furious 6 è diretto di nuovo da Justin Lin e 'guidato' da Vin Diesel, irriducibile fuorilegge rasato a cui chiediamo ancora un altro giro. E lui, cowboy urbano senza paura e molto carburante consumato, ci accontenta, raddoppiando la posta e allargando la famiglia a un nuovo e piccolo Toretto. Driver di nuovo 'in amore' con la ritrovata Letty, Diesel è corpo esagerato che non delude mai. Generoso e fedele (al codice) condivide la scena con la massa enfatizzata di Dwayne Johnson, 'roccia' contro cui si frange la megalomania del villain di Luke Evans, moschettiere a cavallo convertito ai cavalli. Asfalto rovente e motori su di giri, il sesto capitolo parte a tutta birra, rallentando a metà percorso e impennando nella volata finale, dove trova un 'abbraccio' acrobatico e trattiene sulla pista un Boeing smisurato. L'ipertrofico Diesel, che ha dimostrato con Sidney Lumet (Prova a incastrarmi) di essere qualcosa di più di un culturista con ambizioni attoriali, resta il cuore, la carne e i muscoli sempre tonici di una serie longeva che non ci pensa davvero ad 'accostare', rilanciando dopo i titoli di coda con Jason Statham. Con un cliffhanger e un appuntamento rinnovato termina l'ennesima avventura del clan Toretto e di una gioventù ultrabruciata senza scopo e col vizio della corsa clandestina. Corse che rimpiangono la polvere delle backstreets mentre sollevano la polvere di stelle di una Londra dove tutto è davvero possibile, anche un amore 'smemorato' e memore. Nel turbo giro, in cui finiscono inghiottite le star di turno, resiste Paul Walker, ex poliziotto infiltrato e amico fraterno di Toretto, e rientra Michelle Rodriguez, moglie del divo tutta curve pericolose e grinta sporca. I due eroi 'fendiaria' danno vita e gas all'ennesima avventura mozzafiato che non risparmia in stravaganza e propellente, frullando girandole meccaniche, accelerate pirotecniche e inseguimenti da sballo. Tutto quello che Fast & Furious 6 promette nel trailer lo mantiene, pilotando un cast che tiene la scena come le macchine la strada. Infine, e da tradizione, nei titoli di coda si raccomanda allo spettatore di non emulare gli esercizi acrobatici dello schermo, rispettando il codice stradale incorreggibilmente infranto da una combriccola di irresistibili spacconi.

Bello, meglio dell'ultimo. Ormai un action movie tradizionale che uno di sole auto

con Matte e Filo