lunedì 31 gennaio 2011

Solo nuevo

Seconda serata di nuevo alla Banque. Molto meno gente della prima ed in particolare meno ballerine. Perfortuna che ho abbracciato la nuova filosofia.
Alla fine ballo tre volte, con una principiante, ma bravina, con una ragazza mora brava e con Samanta, bene, tranne i giri a dx che non vengono.
Ma buona serata ed a casa presto.

lunedì 24 gennaio 2011

Gotan Night alla Comuna Baires

Bella serata ieri, la prima della nuova "filosofia".
Peccato per la serie interminabile di milonghe che ha ridotto il tempo a dispozione per ballare.
Ballato con:
  • Elisa C. (benissimo)
  • Ragazza capelli rossi (benino)
  • Ragazza con occhiali (cosi cosi, ma lei era principiante)

giovedì 20 gennaio 2011

Spazio A - tango del giovedi

Serata veramente pessima, da tutti i punti di vista. Si salvano solo le tande con Cristina, di cui una di milonga, che sono state divertenti. Per il resto bleah. Confermo che le serate dei giovedi stanno perdendo appeal. Poche ballerine e quindi poche possibilità di ballare, ed io in ansia di "dover" ballare per giustificare la serata e quindi non gioire della compagnia.
Da domani si cambia: se si balla bene, se no si cerca di chiaccherare e star bene. E magari si va anche a casa prima.

domenica 16 gennaio 2011

Solo nuevo

Nuova serata: tango nuevo alla Banque.
Bella serata e bella gente: tante faccie conosciute da poco o da tanto, e tutte di buon umore: quindi giusto mix di ballo e conversazione.
Ballato con:
  • Cinzia (ormai é sempre il mio primo ballo - bene)
  • Mila (bene, quando non chiaccheravamo)
  • Laura (bene, abbiamo anche sperimentato, molto simpatica)
  • Ragazza con scarpe rosse (un disastro totale, andava completamente per conto suo, non é solo colpa mia. Ingestibile, abbiamo fatto un solo tango)
  • Sonia G (bene)
  • Samanta (sempre meglio)

giovedì 13 gennaio 2011

Na specie de cadavere lunghissimo


Spettacolo teatrale incentrato su Pasolini con FAbrizio Gifuni.
Avevo aspettative controverse su questo spettacolo: da una parte era un contentino per aver perso lo spettacolo su Gadda sempre di Gifuni, mentre dall'altra avevo dei dubbi su Pasolini, che conoscevo poco e da cui non sapevo che aspettarmi.
Quindi, al di la del valore dell'attore, un po di dubbi sul testo. Ammetto, un po di delusione.

Una recensione:
Morte in scena

di Marco Pistoia
 
Data di pubblicazione su web 04/03/2004  


'Na specie de cadavere lunghissimo, monologo ideato e interpretato da Fabrizio Gifuni, è la confluenza virtuosa di tre qualità: quella attoriale di Gifuni, tornato con smalto al teatro dopo sei anni; quella registica di Giuseppe Bertolucci, fra i pochi che sappiano davvero lavorare con gli attori; quella linguistico-drammaturgica del poeta Giorgio Somalvico, autore del testo che costituisce una sorta di terzo tempo di questo spettacolo. Esito di un progetto che Gifuni ha coltivato a lungo e al quale ha lavorato con intensità e intelligenza, uno spettacolo in parte fondato sulla selezione e sul montaggio – assai ben calibrato e strutturato – di testi del Pasolini più 'corsaro'. Opere in cui forte e dura è la riflessione sulla nuova barbarie contemporanea, sul 'nuovo fascismo', rappresentato, per dirla con Buñuel, da nuovi 'cavalieri dell'apocalisse': la pubblicità, il consumismo, la televisione, l'ampia e diffusa e 'tollerante' omologazione di usi, pensieri e costumi.

Brani da Scritti corsari e Lettere luterane, da La meglio gioventù e da La nuova forma della meglio gioventù, nonché dalla sceneggiatura San Paolo, mai divenuta film, costituiscono le prime due parti in cui si può suddividere lo spettacolo, che precedono il testo – narrazione di un delirio - che Somalvico immagina sia pronunciato dall'assassino di Pasolini, Pino Pelosi alias Er Pecora. Tanto nell'allestimento napoletano che in quello parmense il pubblico siede su un palcoscenico nel quale Gifuni e Bertolucci lo attendono, seduti attorno a tavolini che costituiscono il primo fulcro scenico.

Trascorsa l'attesa dell'ingresso e il necessario silenzio, Gifuni – prima seduto poi in movimento lento per la scena – inizia a parlare agli spettatori. E' Pasolini uno e bino, sdoppiato alla maniera di tanti personaggi della sua opera, in primis i 'doppi' con cui il poeta di Casarsa si è occultato per meglio manifestarsi (da ultimo i due 'Carli' di Petrolio). Un dialogo allo specchio e un monologo verso gli spettatori, che Gifuni – per ora vestito con abiti privati - sapientemente modula con piccole variazioni di tono, sapendo che le parole di Pasolini sono così forti, lucide e intense da non richiedere un grado 'altro' da parte dell'attore. Conosciamo bene quelle parole – su i jeans Jesus e sulla falsa tolleranza, sul potere piovresco del nuovo fascismo mediale, sulla perdita del senso del sacro e della religiosità, sui nuovi poteri che non si vedono ma si sentono sulla pelle e nella testa; e tuttavia la sapienza con cui, senza soluzione di continuità, Gifuni e il suo regista hanno montato e organizzato il trasumanar del poeta sulla scena è tale da restarne subito turbati.

Trascorsi una ventina di minuti, Gifuni si denuda e piano piano lascia la scena per andare nella platea vuota (a Napoli) o dietro un grande tulle che fa intravedere uno spaccato, a mo' di camerino (a Parma), come se l’attore assumesse i connotati dell'antico ypokritès. A una distanza equivalente a un campo medio cinematografico egli indossa i veri e propri abiti di scena – abito e camicia bianchi, cravatta e scarpe nere – e con l'ausilio di un microfono avvia la parte centrale. Si evoca ora la riflessione pasoliniana sulla nemesi tragica classica, insita nel destino che fa ricadere sui figli le colpe dei padri. La voce di Gifuni è amplificata e più aulica, assai meno colloquiale, sacrale fino al brano del La Nuova forma della meglio gioventù. Basta appena una parziale svestizione – via la giacca, via la cravatta – e di fronte a noi non c'è più Pasolini ma Pelosi.

Nello straordinario romanesco reinventato di Somalvico (il cosiddetto 'terzo tempo'), ricco di espressioni più o meno gergali, di suoni talora onomatopeici, a momenti rapido, poi improvvisamente rallentato, che Gifuni interpreta da attore di grande spessore e maturità, ora fermo ora saltellante fra i tavoli, con rapidi e stridenti passaggi vocali, modulati su più toni, si consuma il delirio notturno di un assassino errante per Roma, fuggito sulla Giulietta di Pasolini, che nella mente di uno spettatore abituato a pensare al cinema (come chi scrive) evoca la notturna e allucinata corsa in macchina di Terence Stamp nel felliniano Toby Dammit. Un perentorio "Ah! Che ve possino!!! Che me fregava s'era Petrolini" – delirio nel delirio – chiude lo spettacolo, in un fascio di luce che corona un altro importante elemento, il gioco di luci ideato da Cesare Accetta.

E' trascorsa poco più di un'ora e il pathos che sempre più ha avvolto l'attore e lo spettatore è giunto a un'acme difficilmente sostenibile per altri minuti. Se ne esce profondamente turbati e con l'emozione prodotta dall'aver assistito a uno spettacolo in cui il teatro ritrova la strada di un antico rito che si consuma con il pubblico, di un'esperienza offerta dal ragguardevole spessore estetico e etico, 'politico' e drammaturgico, scenico e attoriale che non trova – qui e ora – molti altri esempi degni di altrettanta attenzione.

martedì 11 gennaio 2011

Lezione Tangomorphosi + Gotan Night alla Comuna

Prima lezione del rientro da Marina, ed é subito Milonga de traspié. é faticosa la milonga.
Marina mi ha chiesto di trattenermi per fare da partner ad una signora del corso intermedi. Anche li milonga, ma a livello base. Devo dire che alla fine ero stanco.
In Comuna pochissima gente e praticamente nessuna faccia conosciuta. Cosi ho dovuto darmi da fare per invitare.
Ho ballato con:
ragazza bionda (bene, a parte la milonga finale in cui ho rovinato tutto)
Laura [ci avevo gia ballato?] (bene, fatto tanda lunga)
altra ragazza bionda (bene-, lei non bravissima ed io stanco)

lunedì 10 gennaio 2011

Noi credevamo

Filmone storico un po complicato. ci si aspetta una ricostruzione del nostro Risorgimento e si trova invece la storia di tre ragazzi che a quel Risorgimento partecipano. Molte parole e poche spiegazioni. Difficile

giovedì 6 gennaio 2011

Spazio A - Festa della Befana

Serata extra long allo spazio A, dalle 19 alle 2. Io arrivo verso le 22. Tanta, tanta, tanta gente. Troppa direi. Non ci si muove e non si riesce a ballare senza essere urtati. Fortuna che le vacanze sono finite, almeno per questo. Comunque chiaccherato e ballato bene.
Ballato con:
Rosella (bene, finalmente)
Cristina M. (bene)
Cinzia (bene)
Chiara S. (bene, ma me l'hanno azzoppata)
Barbara (bene, molto meglio dell'ultima volta)

martedì 4 gennaio 2011

Gotan Night alla Comuna Baires

Primo tango dell'anno. Serata affollata come molte delle ultime. Speriamo che l'effetto vacanze passi presto. Mancavano all'appello molte facce "solite" e poche persone nuove interessanti.
Ballato con:
Cinzia (al solito)
Rosita (nuova, bene)
Ragazza con camicia arancione (bene)
Sarebbe stata una buona serata se non avessi voluto strafare ed inviatare un ultima ragazza: siamo stati presi nel vortice delle milonghe e abbiamo fatto veramente schifo. Peccato perchè secondo me c'erano delle potenzialità. Finire così mette l'amaro in bocca.

domenica 2 gennaio 2011

2050 il pianeta ha bisogno di te

 Mostra molto interessante vista con Matte e Filo, che ne hanno fruito ognuno a loro modo.
Io l'ho trovata istruttiva.