martedì 9 maggio 2017

Teatro: Arlecchino servitore di due padroni

Tre ore che volano per un teatro senza tempo: Goldoni + Strehler.



Fra squilli di tromba e battere di grancassa, si alza il sipario ed eccoli lì gli attori, tutti insieme, il braccio alzato nel saluto al pubblico: Arlecchino, con il suo vestito a pezze multicolori, la sua maschera da gatto è in mezzo a loro. Ha un particolare significato, nel mese in cui si celebra il Settantesimo del Piccolo, riproporre i lazzi, i duelli e le risate, ma soprattutto la poesia, il “teatro puro” di Arlecchino servitore di due padroni, creato nel luglio del 1947 da Giorgio Strehler reinterpretando la tradizione goldoniana. Arlecchino è lo spettacolo italiano più visto nel mondo; con Arlecchino il Piccolo ha percorso il globo, da nord a sud, da est a ovest, trasmettendo tutta la sua inarrestabile carica di energia e di emozione. Nel ruolo del titolo, Ferruccio Soleri – che si alterna con Enrico Bonavera – porta in teatro il Guinness dei primati, per la più lunga permanenza nello stesso ruolo. Manifesto di un modo di fare teatro, palestra di attori – da sempre gli allievi della Scuola del Piccolo entrano a far parte della grande famiglia di Arlecchino, in un ideale passaggio del testimone con i loro predecessori – lo spettacolo è un atto d’amore assoluto per il teatro.

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